Da una ragazza al telefono, in dolce e lunga conversazione con il suo innamorato, e da una mamma preoccupata dai costi della conversazione, scopriamo che è facile e conveniente telefonare dopo una certa ora perché costa "poco". Così la Sip, con uno dei suoi più simpatici spot, promuove l'uso del telefono nella fascia oraria notturna e rende edotto il pubblico degli innamorati affinché usino le ore notturne per le loro telefonate.
La stessa politica, cioè incentivare il consumo in fasce orarie meno caotiche, sembra essere l'obiettivo di un'altra azienda di Stato: l'Enel.
Mentre la Sip, però, applica all’utenza nazionale delle tariffe chiare, uniformi e senza nessun tipo di distinzione, l'Enel sembrerebbe concedere certe agevolazioni solo ad alcune categorie, applicando tariffe differenziate per fasce orarie e stipulando contratti per alcuni più convenienti che per altri. I criteri di scelta, come spesso accade in Italia, sono oscuri e segreti.
Nel disbrigo delle pratiche per il mio nuovo locale (il Triangolo Open) che ho aperto l'estate scorsa, venuto a conoscenza della tariffa bioraria, intuendo l'importanza che avrebbe potuto avere una riconosciuta differenziazione di costi di energia, tra diurna e notturna, ho cercato di ottenere delucidazioni.
L'Enel, infatti, trovandosi nelle condizioni di disporre di energia in esubero per tutto il periodo notturno, avrebbe la necessità (energetica ed economica) di appiattire il proprio diagramma di carico, per un uso "razionale" dell'energia, incentivando il consumo nelle ore a basso carico.
Il funzionario dell'Enel di Como ha peraltro dichiarato che l'azienda, con il contratto a tariffa bioraria, intende appunto incentivare il consumo di energia in "esubero", ma che per il momento non era autorizzato a estendere la tariffa di cui sopra alle discoteche. "Tanto voi pagate già la tariffa piena", ha aggiunto il funzionario, lasciando intendere che l'Enel non aveva nessun interesse a incentivare l'uso di corrente notturna a una categoria che usa energia elettrica solo di notte. "Come mai, allora, i fornai usufruiscono di questa tariffa? Non sono, anche loro, consumatori di questa energia d'esubero?". Sono questi i due quesiti che ho posto al mio interlocutore, il quale non ha saputo darmi una spiegazione plausibile, se non rispondendo con un laconico "ma sa, il pane è un genere di prima necessità, mentre...".
Ben sapendo che "non si vive di solo pane", mi sono fatto promotore, presso il Consiglio Nazionale SILB, di questa causa, affinché la nostra categoria non sia ancora una volta discriminata.
In un momento così delicato per le nostre aziende, un eventuale risparmio sui costi d'energia elettrica (sembra che con la tariffa bioraria si potrebbe realizzare un risparmio del 50-60%) sarebbe proprio un grosso risultato.
Giuseppe lannantuoni