C'era una volta la balera, anni Trenta o giù di lì. Uno steccato a delimitare un cortile, un'aia contadina, l'orchestrina e il bancone per le gazzose e la spuma. Si ballava, di solito, la domenica pomeriggio, si pagava un tot al ballo. Bernardo Bertolucci tratteggiò uno splendido affresco di quel clima nel film "Strategia del ragno".
Ormai archiviato nella memoria storica nazionale, il fenomeno balera durò fino a metà anni Cinquanta, quando un tale, a Parigi, ebbe l’idea di suonare mu sica con i dischi. In uno scantinato con boiserie e tappezzerie scozzesi - chiamato Whisky a gogo - nasceva il fenomeno discoteca. Fenomeno rilanciato, a li vello mondiale, da quel best seller degli schermi che fu "La febbre del sabato sera".
Da allora le discoteche (spesso sorte sulle ceneri di antiche balere) sono diventate contenitori sempre più stupefacenti di effimero notturno, banchi di prova dell'immaginario collettivo, unità di misura della fantasia. L'ansia e il gusto degli italiani per il divertimento, la ricerca di nuove tecnologie hanno prodotto in Italia un fenomeno senza riscontri.
Quando si ripete che le di scoteche made in Italy sono le più spettacolari al mondo è realtà, legittimo orgoglio nazionale. Basta percorrere la penisola perconvincersi che nell'industria dell'effimero notturno siamo la prima potenza (almeno questo!). Primi nell'equazione locali/popolazione, primi nella frequentazione e primi nella creatività, nella spettacolarità progettuale.
L'espansione accelerata del fenomeno discoteca ha coinvolto architetti, progettisti, designer, alcuni già affermati, che hanno avuto l'opportunità, in questo settore, di esprimere una ricerca progettuale altrimen ti impraticabile. Come sostiene Cesare Pergola, l'architetto che progetta una discoteca deve necessariamente confrontarsi con le mode, i mutamenti del costume, le aree che influenzano la cultura giovanile: dal rock al cinema, dai fu metti ai videoclip, dall'arte al teatro. Esiste infatti una correlazione precisa fra lo spazio-discoteca (inteso come architettonicamente progettato) e il luogo (inteso come vitale, attivo).
Discoteche come palcoscenici dell'immaginario collettivo in cui l'individuo diventa protagonista, con centrato di emozioni in piccoli spazi, moderne agorà della notte, sfide ai limiti del buongusto, provocazioni tecnologiche, confini estremi del progetto nel repertorio del magico e del ludico. Si potrebbe disqui sire a lungo sul tema.
In questi anni molti architetti, progettisti e designer hanno raccolto la sfida e, come in ogni sfida, si è ve rificata una selezione naturale di talenti. C'è chi ha "bucato" vistosamente, chi ha ripiegato nelle propo ste tradizionali della professione, chi invece si è qua lificato, specializzato. Forse perchè, come sostiene Wainer Barbati, il progettista per locali di pubblico spettacolo deve possedere qualcosa in più, o forse in meno, di un architetto tradizionale.
Dalle pagine del nostro giornale abbiamo spesso descritto, raccontato di loro. Ma l'aspetto progettuale del fenomeno discoteca made in Italy non è mai sta to affrontato nella sua complessità, soprattutto in profondità. Abbiamo così voluto dedicare a questo fenomeno inedito addirittura un volume. "Architettura della notte" (Edizioni Mielle, Milano, pagg. 160 a colori), nato dalla convinzione e determinazione di Elise Legziel, è destinato a celebrare i più qualificati progettisti del settore. Raccontando di ciascuno biografia professionale, filosofie, tecniche e soluzioni progettuali, sperimentazioni. E raccogliendo in preziose immagini le realizzazioni più significative, le discote che più spettacolari dIta lia.
"Architettura della notte" è destinato a celebrare l'impegno di questi progettisti e, allo stesso tempo, raccogliere una documentazione inedita alle logiche dell'architettura tradizionale. Il volume vuole anche essere un prezioso strumento di consultazione per quegli imprenditori che, periodica mente, devono sottoporre i loro locali a interventi parziali o totali di restyling. E sapranno così co me meglio orientarsi, co me investire i loro capitali in modo informato, aggiornato.