Sosteneva, con giusta ragione, un popolare personaggio storico della prima metà del secolo, che chi si ferma è perduto. Come è possibile, allora, rimanere statici nel contesto di un universo in costante, continua evoluzione come quello del divertimento notturno? Un rutilante mondo fatto di colori, suoni, emozioni e intuizioni, in cui mode e tendenze si avvicendano e si annullano con accelerazioni rapidissime.
Noi di DISCO & DANCING, questo dobbiamo riconoscercelo, abbiamo sempre cercato di tenere il passo. Di aggiornarvi, informarvi su tutto quanto di nuovo, di emergente andava caratterizzando in questi anni l'industria del divertimento notturno. Abbiamo fatto e facciamo una rivista attenta e informata che si è conquistata i galloni della professionalità, della credibilità, dell'autorevolezza perchè rappresenta una categoria, quella degli imprenditori di discoteca, che sempre più sta guadagnando immagine, rilievo e spessore nel tessuto sociale del Paese.
Ma, come sosteneva il personaggio di cui sopra, chi si ferma è perduto. E così, dopo aver apportato nel numero dello scorso marzo un restyling grafico a DISCO & DANCING per renderlo più elegante e gradevole, adesso è il momento di un ulteriore ritocco nella direzione della qualità.
Lo avrete notato, immagino, fin dalla copertina. Con fondo scuro, anzi nero, il nero della notte che si accende di luci, suoni e colori. La scelta del nero è per rendere DISCO & DANCING immediatamente identificabile, evitando ogni equivoco con altre riviste.
Poi la carta (magari non ve ne sarete accorti), con maggiore consistenza e lucentezza allo scopo di evidenziare le immagini e i colori delle discoteche che ogni numero vi presentiamo. Quei locali che rappresentano il legittimo orgoglio del made in Italy.
E infine la piccola grande rivoluzione: 16 pagine su carta diversa, con fondo giallo, più piccole rispetto al resto della rivista, proprio per caratterizzarle e renderle di più facile consultazione; 16 pagine interamente dedicate alle cronache, ai fatti e agli avvenimenti che riguardano il SILB. Quel Sindacato Italiano Locali da Ballo che, sia a livello nazionale sia a livello periferico, rappresenta un riferimento obbligato.
Mai, come in questo ultimo anno, si è tanto discusso di discoteche e fenomeni connessi. Mai i mass media tradizionali (quotidiani, settimanali, mensili, radio e televisione) avevano dedicato tanta attenzione al mondo delle discoteche e dei giovani. In questo ultimo anno, agli incontri, agli appuntamenti importanti i rappresentanti del SILB ci sono sempre stati. Il presidente Cristofori opprima fila, insieme ai suoi vice e a tutti i consiglieri. Si sono battuti, impegnati, accaniti per difendere la categoria. Mai come in questo ultimo anno il SILB è stato conosciuto e riconosciuto, ha rappresentato un riferimento per la categoria e le istituzioni.
Sicuramente a qualcuno certe dichiarazioni, certe prese di posizione non saranno piaciute. Ma si sa, la critica fine a se stessa, da parte di coloro che mantengono il sedere immobile e sanno agitare solo la lingua, è una specie di hobby nazionale. Lo sosteneva già l'ex presidente Branduardi che far crescere la mentalità associativa è impresa quasi titanica. "Tutti bravi a criticare, a contestare, ma quando bisogna agire tutti si tirano indietro", diceva Branduardi.
Che rispondere dunque a questi signori? Venghino, venghino, si tirino su le maniche e provino a fare qualcosa anziché solo ginnastica linguistica. Queste 16 pagine di DISCO & DANCING dedicate alla vita del SILB sono una ghiotta, straordinaria occasione. Se la categoria c'è, batta un colpo.