Il Genux di Desenzano, il Caravel di Mantova, Picchio Rosso di Formigine, Marabù di Reggio Emilia, Cenerentola di Rubiera, Living di Bologna, Maskò di Rovigo, Ekatos di S. Polo d'Enza, XX Secolo di Sedate, Boom di Vicenza, Kajà di Firenze, Principe Azzurro di Legnago, Cupole di Manerbio....ci fermiamo qui ingegner Lolli?
L'ingegner Lolli, profilo da hidalgo, sorride. Il progettista più famoso e celebrato d'Italia, il progettista che ha sancito il "salto di qualità" nell'architettura degli spazi per il tempo libero, è uomo colto, arguto, ironico.
Quante discoteche ha firmato, ingegner Lolli? "Cominciai oltre vent'anni fa, quasi per scherzo. Quante ne ho fatte da allora? Tante, anche se i locali rappresentano solo una parte del mio lavoro.
Il locale al quale è più affezionato? "Sono affezionato a tutti i locali, ma forse il Picchio Rosso, essendo il primo, è quello che ricordo di più, se non altro per l'originale e razionale distribuzione degli spazi e perchè ha segnato una svolta progettuale per i locali di pubblico spettacolo".
Cosa si prova ad aver realizzato il Genux, la discoteca più grande del mondo? "Un certo orgoglio, indubbiamente. E la soddisfazione di avere vinto una sfida".
Il locale al quale è più affezionato? "Sono affezionato a tutti i locali, ma forse il Picchio Rosso, essendo il primo, è quello che ricordo di più, se non altro per l'originale e razionale distribuzione degli spazi e perchè ha segnato una svolta progettuale per i locali di pubblico spettacolo".
Cosa si prova ad aver realizzato il Genux, la discoteca più grande del mondo? "Un certo orgoglio, indubbiamente. E la soddisfazione di avere vinto una sfida".
Quando si parla di discoteche italiane più spettacolari al mondo, di orgoglio del made in Italy, parte del merito è certamente suo. Ma è orgoglio legittimo?
"Ho visto molti locali all'estero e ho notato una certa mediocrità. Noi italiani siamo davvero bravi, forse perchè siamo stati i primi ad avvicinare l'architettura alla discoteca. Fino a qualche anno fa i locali erano standardizzati, un pò tutti uguali. Adesso, invece, sono pezzi unici, piccoli grandi capolavori".
Ma la gente apprezza lo sforzo, l'impegno creativo in un ambiente nel quale va solo per divertirsi? "Negli italiani il buon gusto è istintivo. Se un locale è bello, piacevole, la gente lo capisce, e apprezza".
Servono caratteristiche particolari, e quali, per progettare una discoteca? Lolli non ha dubbi. "Non conta tanto la qualità, l'inventiva, piuttosto un certo feeling con la gente, i gusti che bisogna saper intuire. La discoteca, in fondo, è contenitore di sogni, effimeri bisogni, evasioni che vanno adattate ai tempi".
Rispetto a qualche anno fa sono cambiati i materiali, i colori, soprattutto il modo di concepire gli ambienti
In che senso ingegner Lolli? "Oggi ballare è un pretesto. La discoteca, nella società contemporanea, agisce come luogo di ritrovo, di aggregazione, dove è possibile svolgere diverse attività. Da qui l'esigenza dì spazi polifunzionali, dell'utilizzo di materiali diversi, nuovi. Anni fa andava molto l'acciaio lucido, gli specchi, oggi si punta sullo spatolato, su colori tenui, materiali utilizzati in ambienti domestici. Cos'è infatti la discoteca se non una sorta di si conda casa?".
E come la casa, anche il locale va caratterizzato, personalizzato L'ingegner Lolli lo sa bene, e non a caso i suoi locali sono riconoscibili da un certo modo di concepire gli ambienti, da quel suo gusto tutta personale anche per certi dettagli unici. Un esempio? Il mezzo cavallo (alto tre metri) che sorge dal pavimento del Genux, la statua del moro veneziano con lampada (autentici pezzo d'antiquariato) al centro della pista dell'Ekatos, lo stupendo estivo del Caravel, con le volte di tela ad ala di gabbiano.
E le dimensioni, quali sono le dimensioni ideali per un locale di successo? Vanno ancora, oggi, le maxi discoteche oppure è più logico puntare su locali di media capienza? Dice Lolli: "Il grande locale richiede investimenti massicci e i tempi di recupero economico sono lunghi. Oggi il settore è saturo, così sempre più spesso si punta al restyling".
Ma è vero che un locale ogni tre mediamente, deve subire interventi di restyling? Lolli sorride: "Un progettista vorrebbe che la sua opera fosse statica, immutabile nel tempo Invece le discoteche vanno aggiornate, adeguate con piccoli ritocchi anche annuali, a costi contenuti.
All'ingegner Silvestro Lolli di Reggio Emilia, al progettista più celebrato d'Italia, che ha dato avvio alle rivoluzioni ed evoluzioni progettuali del settore, viene spontaneo chiedere come sarà la discoteca del Duemila. Lolli si fa un attimo silenzioso, poi ci dice: "Viviamo una stagione di stasi, di incertezza. Ne di scuto spesso con gli imprenditori. Forse l'epoca della discoteca, intesa come luogo in cui c'è musica e si balla, va ripensata, rivista nella for mula. Identificata la nuova filosofia, saremo noi a disegnare l'habitat ideale".