Lamberto Cantoni

Uno dei problemi di mia competenza grosso modo corrisponde all'esigenza di far comprendere a personaggi che usano il linguaggio come fosse una polveriera il bisogno di corroborare, alla luce di alcune mosse del pensiero, il terreno insidioso che giorno dopo giorno vanno configurando. E devo dire che il Silb pare essere un ambiente privilegiato per mettere alla prova le mie risorse argomentative nei confronti di affermazioni di grande pericolosità e ingiustizia. L'esempio di oggi lo traggo dall'Espresso del 9 febbraio 1992. A pagina 41 leggo queste testuali parole del cardinale Silvio Oddi: "Bologna e l'Emilia, lo ha già detto il papa prima di me, portano stigmate di malattia e di morte. Le donne abortiscono e nascono sempre meno bambini, i ragazzi muoiono per droga o nelle stragi del sabato sera, dopo la discoteca (e se fosse in mio potere io le farei chiudere tutte per legge), e si diffonde l'Aids".

L'affermazione manifesta la tipica argomentazione usata contro le discoteche negli ultimi tre anni. Nell'ambito della logica formale è un tipico errore di confusione tra discorsi di diverso tipo logico. Ovvero, e mi rifaccio alle analisi di grandi pensatori come B. Russell e A.N. Whitehead, uno degli errori più comuni consiste nel classificare il nome insieme con la cosa: in termini tecnici, una classe non può essere elemento di se stessa.

Insomma, per farla breve, un nome non è la cosa indicata e tutti sanno che il menu non è il pranzo. Invece ci sono persone che parlano alla stregua di chi mangia il menu invece del pranzo. È evidente che così facendo il discorso sarà viziato fin dalla partenza ed emergeranno paradossi senza fine. Bene, torniamo alle parole del cardinale.

Qual è la struttura che connette l'aborto, il crollo delle nascite, la droga, le stragi del sabato sera, le discoteche e l'Aids? Il benessere, la ricerca del godimento, l'eccesso di libertà, terreno privilegiato per l'azione del diavolo, risponde il prelato. Ma nel preciso momento in cui il discorso sembra chiudersi su se stesso ecco arrivare i paradossi: non è forse la libertà individuale uno dei valori fondamentali della nostra forma di vita?

Perché confondere la classe (il concetto di libertà) con i suoi elementi (l'uso individuale della libertà)? Il benessere non deriva forse da un grande impegno e serietà nel mondo del lavoro? E le condizioni perché vi sia la riproduzione della specie non sono forse intrecciate a quelle del godimento?

Vedete dunque quanta poca chiarezza propongono le parole quando, presuntuose e arroganti, pretendono di annullare in sé il mondo delle cose. In realtà ogni giorno dobbiamo fare i conti con il fatto che le parole sono troppo poco, dobbiamo cercare la chiarezza dei fatti. Bene, una discoteca e la droga sono fatti di natura diversa. La discoteca e le stragi del sabato sera sono altri fatti di natura diversa. Ridurre le prime causa delle seconde è una finzione del pensiero.

Non ho intenzione di spendere tempo per affermazioni così evidenti. Mi preme piuttosto ricordare ai tanti Savonarola spuntati da ogni parte che la confusione tra tipi logici del discorso porta a quel senso di consapevolezza anticipata che pare divenire l'atteggiamento medio riservato al mondo delle discoteche.

Cosa significa colpevolezza anticipata? Significa che è sempre meno il tempo speso nel controllare certe affermazioni, che sempre meno ci si interroga sul significato di strutture importanti per milioni di persone quali sono le discoteche e che i fatti contano sempre meno di parole che possiedono in se stesse il loro destino.

Cosa è lecito aspettarsi da tutto ciò? È un comportamento che divide, pone antagonismi e aggressività nel sociale, tristi premesse per conflitti che pensavamo di aver superato per sempre.

Chi vincerà? In un modo o nell'altro perderemo tutti. Non fece forse il Savanarola la stessa fine delle sue vittime?