Quale architettura, quale musica, quale atmosfera, quale tecnologia, quali opportunità saranno offerte ai frequentatori? In buona sostanza, come saranno le discoteche e come ci si divertirà nel terzo millennio? La discoteca di oggi che nelle sue grandi linee è concettualmente quella di ieri, se non addirittura dell’altro ieri, ha ancora un futuro oppure ha... un luminoso avvenire dietro alle spalle? Discobar, pub e gli altri locali similari sono soltanto una moda o rappresentano il primo anello della catena evolutiva dei locali da ballo? Ciascuno ha detto la sua, contribuendo a creare un "minestrone" di opinioni e previsioni - come d'altronde è giusto, inevitable, necessario - che è il frutto anche delle differenti storie professionali ed esperienze. Dalla girandola di pareri è però emersa una convinzione comune: la discoteca del 2000 sarà comunque diversa da quella attuale. Come e in quale misura lo vedremo. Ma I'addetto ai lavori dall'occhio attento qualche attendibile indicazione potrà ricavare già dalla prossima grande rassegna di Rimini, che sempre ha anticipato I’evoluzione del divertimento notturno in tutte le sue espressioni. Un ulteriore contributo potrà venirci dalle aziende che operano nel settore, delle quali riporteremo la voce.
Giovanni Matti (II Mulino di Figline Valdarno - FI): "Vedo la discoteca del Duemila come locale con una buona capienza, con la possibilita pero di poterla aumentare o diminuire a secon- da della presenza del pubblico. Insom nia, una discoteca modulare, con arre- damento molto semplice, senza grandi rifiniture, ma molto razionale perche i giovani vogliono poterla utilizzare a piacere loro. Quindi prevedo un utilizzo di materiali poveri. Vedo la compo- sizione interna fatta da sala A e sala B, con pub annesso e possibilita di passag- gi interni".
Maurizio Pasca (Iris Club di Lecce): "La discoteca del Duemila? La immagino trasgressiva e molto di tendenza. Quella tradizionale, dove si poteva andare a divertirsi in modo genuino, secondo me non esisterà piu".
"Purtroppo la notte è ancora vittima del pregiudizio. Basta con la società dei contadini che si sveglia e va a letto seguendo la luce del sole. Bisogna rendersi conto che, al calare del sole, si svolge tutta la ricchezza della diversità e della differenza compressa durante il giorno”.
Don Mazzi
Giuseppe Capodicasa (Sindaco revisore dei conti del SILB): "Prima bisogna pensare alla legislazione, in quanto tutte le leggi attualmente in vigore purtroppo impediscono all'imprenditore di darsi un'adeguata organizzazione. Riguardo al Duemila, chi sa che cosa avverrà.... Spero che questo Governo ragioni da imprenditore, offrendo alia nostra categoria la possibilità di organizzarsi".
Marco Vagnarelli (imprenditore di Gubbio): "Sarà polifunzionale: dalla ristorazione al divertimento assoluto, cioè dai video games al bere, tutto sarà realizzato con prodotti qualificati e da barman professionisti".
Wainer Barbati (progettista di Modena): "Le discoteche non sono più stimolanti come una volta, anche a causa delle troppe scelte sbagliate dei titolari, che sono i primi a non crederci più. Le discoteche devono riscoprire il divertimento con veri professionisti. Se non possono più crescere progettualmente devono trasformarsi, prendendo a modello i night club, in piccoli locali con dee-jay e musica a richiesta".
Luciano Mastro (dell'Hennessy di Pino Torinese - TO): "Speriamo che nel Duemila le leggi siano a nostro favore cosicchè noi del settore avremo meno obblighi a cui sottostare per far divertire la gente. Non vedo troppi optional nella discoteca futura: meglio pochi locali ma giusti e sempre aggiornati".
Angelo De Luca (discografico): "La discoteca del Duemila la concepisco meno chiassosa, con musica più soft. Non credo ci saranno troppe evoluzioni per quel che riguarda le luci. Prevedo discoteche come centri polivalenti, con varie ramificazioni tra cui la componente culinaria, che è importante".
"Ogni sera, dopo cena, entrano in funzione lungo l'Italia oltre 6 mila fra discoteche e locali da ballo con 100 mila addetti ai lavori e 20 mila artisti: un'industria del divertimento che fattura 3/4 mila miliardi I'anno. Questi numeri equivalgono a una grande audience
alla quale, solo ora, le industrie iniziano a rivolgersi con grande interesse".
Giannino Malossi, psicologo
Giancarlo Barisio (Vanità di Vigevano e Astoria di Vercelli): "Come imprenditore vedo dei cambiamenti all'orizzonte, pero non riesco ancora atrovare una definizione precisa del locale del Duemila. Parlando anche con molti miei colleghi, mi sono accorto che, almeno in Italia, nessuno finora ha idee precise in proposito".
Davide Pecora (New Carrubo di Agropoli - SA): "Vedo la discoteca del futuro come un ambiente americano multifunzionale, con tante sale e tante cose da fare per non annoiarsi. Quello che vogliono i giovani e divertirsi".
Fabrizio Fasciolo (Sporting Club e Patio di Finale Ligure - SV): "Vedo la discoteca del Duemila con il pubblico protagonista e non sopporto i pierre o pseudo tali, che io definisco gente fatta apposta per rovinare i locali. Non sopporto quelli che impongono agli altri quello che devono fare. Mi auguro che almeno loro spariranno e noi riprenderemo in pugno la situazione".
Bruno Nocella (direttore del 747 di Roma): "All'ultimo SIB di Rimini non ho trovato materiale adatto per quella che penso debba essere la discoteca del futuro, almeno a livello di arredamento. Penso a un ambiente sano, poichè i giovani si comportano di conseguenza all'ambiente che trovano in discoteca”.
"Di notte viene fame, perché si consumano molte energie in più e c'è una voglia ingorda di appagare ogni piacere, compreso quello alimentare. Ma nella generale corsa al divertimento scarseggia sempre il tempo".
Nicola R. Ticozzi
Giorgio Scarzelli (Bikini di Vico Equense - NA): "La discoteca di domani avrà una dimensione polifunzionale, sarà un luogo che offrirà scelte diversificate. Non si può impostare infatti il discorso con la sola musica, in discoteca si deve poter mangiare, vedere spettacoli e assistere al cabaret (anche a rappresentazioni teatrali) in una zona creata ad hoc".
Paola Zucchiatti (Roma): "La immagino in chiave più salutista: per questo imporrei a tutti i gestori una buona areazione dei locali, anche se io sono una fumatrice accanita. L'animazione la vedrei un po' meno aggressiva e trasgressiva, ritornando alle formule di una decina di anni fa, Quelle che hanno creato il successo".
Peppino Iannantuoni (Triangolo di Novedrate - CO): "Prevedo discoteche con strutture diverse, con spazi più vivibili, più tranquilli. E nella discoteca immagino anche la paninoteca e una sala dove i giovani possano conversare; già ora c'è infatti la tendenza a sedersi al tavolo: non ci rendiamo conto che c'e bisogno di conoscersi, di sconfiggere la solitudine. Ecco perché la clientela attualmente fugge verso locali alternativi: vi trovano luce e più comodità per giocare, parlare, stare assieme".
"Da qualche tempo vanno molto soft e longdrink con un goccio di liquore, ma soprattutto le birre. Ben intenso, la spettacolarizzazione della bevuta resta. Ciò che le nuove generazioni rifiutano, invece, è I'alta gradazione e gli effetti della sbronza da superalcolico".
Luigi Odello, enologo
Eusebio Belli (Moma di Perugia): "Vedo i locali del Duemila più spettacolari di quelli di oggi, più teatrali, più ricchi di situazioni. Insomma, meno rumore e più coinvolgimento".
Marco Lazzaroni (Casina Rossa di Lucca): "La concepisco come un locale polivalente, allo scopo di offrire piu opportunità, tipo giochi, pianobar, musica dal vivo e intrattenimenti vari. Oggi come oggi il settore è fossilizzato sul ballo mentre l'utenza richiede qualcosa in più".
Stefano Pirso (Go Fish di Grottammare - AP): "La discoteca deve tornare a infondere quel senso di "timore", cioè recuperare quel rispetto, quel tocco di classe che aveva una volta. Così com'è oggi, non ha molto futuro. Preciso che la mia è un’esperienza molto breve, visto che ho solo 22 anni".
Claudio Vitali (Nevada Club - Cesano, Roma): "È necessario offrire sempre più spettacoli, con più presenze umane sul palco e sempre meno d.j. e dischi. Lo dico anche contro i miei interessi, pero è un modo per sopravvivere".
Andrea Binatto (Club Tropicana di Udine): "Spero, senza tornare indietro coi tempi, che i giovani possano venire in discoteca ad un orario normale, senza dover aspettare per forza mezzanotte e seguire le mode fino alle cinque/sei del mattino. Fino a quelle ore l'organismo non regge, di conseguenza, il giorno dopo, quando si potrebbe allestire un'altra serata, sono tutti troppo stanchi. Un'arma vincente per i locali futuri è offrire più spazio ad altre attività, non solo essere assillati dalla musica. Essenziale sarà la qualità della musica, che oggi è degenerata".
Lucio Castellini (La Rosa di Assisi): "Noi siamo fortunati perché in Assisi, grazie al Giubileo, arriveranno milioni di visitatori e forse ci salveremo, ma il momento storico delle discoteche è alquanto infelice. Ce ne sono troppe e troppe offrono biglietti omaggio o riduzioni e la gente e talmente disabituata a pagare che la crisi è diventata pesante. Bisogna rimboccarsi le maniche e ricominciare da zero, non a livello architettonico ma di strategia".
"Nell'abbigliamento i ragazzi sono arrivati all'essenziale, cioè mutande e canottiera, per un desiderio di libertà dai codici del giorno ma, soprattutto, per una questione di comodità. In nome del divertimento i ragazzi, nel guardaroba notturno, privilegiano in assoluto il valore della funzionalità".
Dolce e Gabbana
Leandro Bisenzi (Tenax di Firenze): "La immagino come un contenitore pieno di ogni forma di spettacoli dal vivo, performances di cabaret e arte teatrale o diverse forme di intrattenimento culturale con presentazioni di libri e sfilate di moda. Riguardo alla musica, oltre a quella con lo strumento meccanico, vedo bene anche quella dal vivo, con concerti e show-case, insomma un luogo da vivere".
AD Progetti (Studio di architettura di Riccione - RN): "Dopo il periodo delle discoteche immense e quello attuale dei locali di media dimensione, si stanno imponendo i discobar. Ecco, potrebbero essere proprio questi i locali del Duemila, locali di divertimento, di offerta musicale ma anche d'incontro, dalla struttura lineare e solida, che si possano rinnovare rapidamente e a basso costo".
Lilli Breuvè (Abat Jour di Courmayeur - AO): "La discoteca del Duemila sara il centro e il cuore della società. Ho fiducia nel prossimo futuro".
Daniele Giovagnoli e Massimo Tamburini (Abacab di Narni - TR): "Noi pensiamo a una "discoteca dei sensi", un polo multimediale per la socializzazione dei giovani. Un contenitore per fare musica e accendere luci ma con scopi sociali, come stiamo già facendo. Le serate nel nostro locale sono già diverse, dal genere di musica, dagli staff e persino dai dee-jay".
Gianmaria Fantuzzi (Miro di Sant'Ilario - RE): "La vedo come un ambiente polivalente, con più occasioni di divertimento, con svariate possibilità".
Mario Pirina (Charly 2000 di Terralba - OR): "Se continuiamo così non so come andrà a finire la disco del Duemila. La musica cambia ma sempre inpeggio".
Leonardo Picchioni (La Buca di Monteso - MO): "Vedo una diminuzione delle discoteche, i locali grandi spariranno o diverranno più piccoli. Ogni locale avrà una sua particolarità, a livello di musica o di servizi. Sarà importante la comunicazione su Internet. Le disco che resteranno saranno più specializzate: secondo me ci si orienteàa verso i ritmi latino americani, innanzitutto perché c'e il ballo di coppia, insomma, torna il contatto fisico. Per i quarantenni del prossimo futuro Vedo non tanto discoteca quanto locali similari, diciamo tipo discobar, dove poter anche conversare".
Massimo Dargerio (imprenditore): "Nei prossimi dieci anni i locali da ballo subiranno notevoli cambiamenti. La discoteca sarà una struttura polivalente, magari su piu piani, con una zona per bere in modo soft anche tè, yogurt o latte, poi una zona ristorante e una zona solo discoteca. Quindi locali molto più grandi, con parecchi servizi per aprirsi ad un target diverso. L'immagine sarà molto curata, con forte selezione alia porta. Prevedo un ritorno alia musica suonata, eliminando le mode della acid e progressive, di musica fatta con le sette note e non con i computer. Eppoi speriamo di liberarci per sempre dalla piaga dei pierre, personaggi che hanno portato alla rovina gran parte dei nostri locali”.
"Se all'estero la club culture, che indica un vero e proprio attraversamento delle "onde" culturali notturne, viene riconosciuta, studiata e rispettata, in Italia I’altra faccia della notte, quella positiva, si scopre soltanto adesso".
Ted Polhemus, antropologo
Ennio Trovati (attore): "La disco del Duemila la vedo sfavillante e luccicante, divertente e trasgressiva, molto colorata. Con un augurio: che si possa accedervi un po' prima, per ritrovare il clima di una volta con le tecnologie del domani".
Franco Presta (light-jockey di Prato): "Vorrei che in futuro la gente apprezzasse di più la categoria dei light-jockey. Gli effetti luce non danno fastidio: solo lo strobo irrita se viene utilizzato agli eccessi, ma è la luce che, nelle discoteche di oggi e di domani, è destinata a creare ambiente, atmosfera".
"QuelIi che un tempo erano semplici "mettidischi" oggi sono gli interlocutori fondamentali per accedere al divertimento. Come sciamani degli animi in pista, selezionano i motivi, ricercano le anteprime, mixano e remixano: ogni loro programma equivale a una recensione dei migliori successi mondiali".
Tony Prince, presidente DMC
Marina Campanella (Pascià di Riccione): "La discoteca del Duemila per me è assolutamente cyberg, assolutamente virtuale, tipo il film "Strange Days" con vari ambienti. Inserendo dei CD-ROM in vari apparecchi si potranno vivere musiche e situazioni diverse, pur rimanendo fermi nello stesso ambiente. I clienti che contano e fanno la differenza sono sempre abbastanza aggiornati, quindi riusciranno a miscelarsi con il nuovo pubblico. Per chi ha soldi da spendere, se le discoteche saranno furbe raddrizzeranno il tiro, altrimenti il pubblico andrà da un'altra parte".
Paolo Pignotti (Shocking Club di Milano): "La musica è come la moda, vale a dire che si va sempre a riprendere qualcosa del passato. Musica del Duemila come quella degli anni '70, che ha lasciato ricordi perché la potevi cantare. Spero che in futuro la discoteca venga riportata alla dimensione del bel salotto, perché quella era la vera discoteca, luogo di incontro e di socializzazione. Il locale dovrà essere accogliente, senza ghettizzare come nel passato il pubblico che ha quattrini a favore di quello modaiolo e meno abbiente. Mi preoccupa la musica attuale, che ha alimentato un pubblico sballone".
Mario Del Rizzo (Cristal Club di Cavaria - VA, Daily Rose di Legnano - MI, e altri locali): "Per il nostro settore gli anni Novanta sono difficili, perché stanno nascendo più pub e discobar che discoteche. Per quanto riguarda l'offerta di divertimento, io ho sospeso tutte le ragazze immagine e l'animazione da circa due anni. Ho fatto in modo che fossero i clienti a diventare protagonisti nel locale: sul palco salgono i clienti così come nel pianobar sono loro a cantare. La nostra clientela è la stessa da anni, ed ora la stiamo perdendo. Io sono a favore della discoteca e credo molto nel ballo, quindi considero il discobar una moda passeggera, perché offre un modo di aggregarsi che le discoteche propongono comunque".
Giancarlo Sinegagliesi (Omega di Palombaro Sabina - Roma): "La tendenza per il Duemila sara quella di tornare alle origini, con musica suonata dal vivo abbinata al dee jay, ma non di tendenza estrema. Mi auguro che, per il prossimo futuro, le istituzioni e i mass-media ci aiutino a fare il nostro lavoro senza danneggiarci come hanno fatto sinora, sparando senza esclusione di colpi contro tutti noi".
Attilio Pecora (consulente legale SILB): "La discoteca del Duemila risentirà del calo demografico di questi anni, che inevitabilmente si rifletterà nei prossimi decenni, per cui saranno sempre più i locali con target più alto di quello attuale. Non bisognerà più puntare soltanto sui giovani, ma raccogliere fasce di utenza più vaste. Ritornerà anche la musica dal vivo, che esercita un fascino maggiore su trentenni e quarantenni. Prevedo anche una disco un po' piu soft".
Walter Zepparelli (Egizia di Perugia): "Penso che da qui al Duemila non cambierà nulla. Però ritengo che, con l'avvento dei pub e discobar, il biglietto di ingresso che si paga oggi per entrare in discoteca tenderà a sparire. Non si possono invece fare programmi a lunga scadenza per la musica. Non credo ai pierre, perché non vogliono far pagare la gente e noi, senza incasso, siamo inevitabilmente destinati al fallimento. Perché non ci siamo accorti e non abbiamo combattuto prima questa tremenda piaga?".
"Per giovani che pensano in maniera evolutiva, si sta affermando il discobar, dove gli spazi si rovesciano: al posto della pista da ballo, diventa centrale il bar, con tutta la disinvoltura che caratterizza I’uso e la frequentazione di questo genere di ritrovo. Per la serie, si può entrare o uscire, quando e come si vuole, per bere un drink o trascorrere una intera nottata. II tutto senza un look prestabilito e, soprattutto, senza pagare il biglietto".
Gianluca Lovetro, giornalista
Adele Miglio (Matilda di Sommariva Bosco - CN): "La disco del Duemila? La vedo come quella fine anni Settanta, sempre più tecnologica, con sempre meno spazio per l'improvvisazione e sempre più professionalità".
Renato Zecchi (Genux, Magika e Kalua di Orzinuovi - BS): "La discoteca intesa in senso classico sta finendo, quella del Duemila si dovrà diversificare per offrire più divertimento: dalla birreria alla paninoteca, alla pizzeria. Dovrà essere un ambiente diverso da quello che è oggi, dalla formula tradizionale che ci portiamo addosso ormai da troppi anni. Prevederei anche una ben attrezzata sala giochi".
Ennio Sanese (Blow Up e Carnaby di Bimini): "Come vedo io la discoteca del prossimo futuro? Questa è una domanda da un milione di dollari. Ho cominciato a fare questo mestiere nel lontano 1968 e da allora sostanzialmente non è cambiato niente. Importante è scegliere il proprio target: io non ho problemi di clienti sballati e di musica a 200 decibel. La musica del Duemila? Chissà, ognuno e figlio del proprio tempo!".
"Cos’e I’acid jazz? Una campionatura di brani rieditati che propone in chiave moderna, al ritmo piu acceso di oggi, suoni un tempo melodiosi. Proprio questo eccesso di rumore sta riaccendendo una voglia di vera musica nel la seconda fascia di giovani, dai 25 anni in su".
Luca Dondoni, critico musicale
Attila Di Cicco (operatore artistico): "La discoteca del Duemila la vedo con situazioni live, aria fresca e puro diver timento. Quindi musicisti che sappiano suonare e caricare il pubblico, come si faceva nei decenni addietro. Quando i giovani di oggi capiranno la vera melodia, allora riusciranno ad uscire dal loro ghetto di tendenza e rientrare nella musica dal vivo, ma bisogna educarli. Bisogna invitare i gestori dei locali a creare piccoli spazi nelle loro discoteca dove far esibire gruppi live".
Martina Colombari (attrice e show girl): "La vedo come la discoteca di adesso, perché non trovo ci siano difetti in quella attuale: e divertente, si sta in compagnia, va benissimo, la gente si diverte tantissimo. Se si può migliorare ben venga, ma non toglierei nulla alla formula attuale. L'immagine da ipotizzare nel futuro riguarderà gli architetti e i progettisti per gli arredamenti oppure i dee jay per quanto riguarda, invece, la parte musicale”.
"Le discoteche si sono affermate negli anni Settanta come luoghi liberatori dai rigidi codici di come arrivare a qualsiasi orario e vestiti in maniera informale, muovendosi a proprio piacimento fino alla maleducazione liberatoria di spegnere la sigaretta per terra. Col tempo, però, questo tipo di trasgressione è andata istituzionalizzandosi. Insomma, la discoteca nata per liberare il divertimento, ha posto a sua volta nuovi e moderni confini”.
Andrea Langhi (architetto di Roniagnano Sesia - VC): "Bisogna distinguere anzitutto fra la "novità", che è qualcosa di effimero, e il "nuovo", che invece rappresenta la fine di un'era e l'inizio di un'altra. Bene, il "nuovo" cioè i locali di divertimento notturno del futuro, saranno locali impostati sull'intrattenimento e il coinvolgimento individuale, sulla comunicazione, tipo discobar e pub, con nuove provocazioni e tanto colore".
Mimmo Seccia (Gimmi's di Milano): "Nel Duemila non esisterà solamente la discoteca: la mia sensibilità mi suggerisce che ci saranno sempre più locali con tanta musica dal vivo e tanta gente che ha voglia di divertirsi. In fatto di musica, già oggi praticamente stiamo tornando indietro anziché andare avanti. Insomma, per il futuro auspico un moderato ritorno alle origini, alia vera musica. Quella che i giovani vivono attraverso la discoteca di oggi è un'esasperazione, anche perché la creatività musicale sta andando un po' a pallino".
Natalino Galgani (King's Club di Calagalera - GR): "Il giovane del passato aveva altri valori come la famiglia e altre prospettive; il giovane di oggi, invece, si trova di fronte a continue emergenze. Per questo noi dobbiamo riprogettare un rapporto nuovo. I giovani attuali convivono con una situazione economica difficile e precarieta di lavoro. Comunque bisogna finirla con house, acid e underground: la discoteca è anche un momento di incontro, quindi è necessario ricostruirne l'immagine. Negli ultimi dieci anni i gestori si sono lasciati un po' scappare la gestione di mano, e troppi sagrestani sono diventati vescovi. Io sono per il bello rispetto al tanto, pertanto dobbiamo riprogettare anche il rapporto con la clientela, riportando in sala pure il cinquantenne, ricreandogli una situazione che non sia per lui di disagio".
Bruno Cristofori (Baccara di Lugo - RA): "La discoteca del Duemila sarà una sala multifunzionale, con più proposte musicali: dal vivo, rock, funky, techno. Dovranno essere forniti altri tipi di servizi. Per l'immagine della discoteca del Duemila... aspettiamo il Duemila".
"Qualche anno fa era I’ideologia, I’impegno politico, oggi il legame, il collante che tiene insieme le nuove generazioni è I’ascolto della musica, I’evasione, il divertimento praticato in gruppo, in branchi. II fascino della notte, I’emergere di culti notturni ha trovato, nelle discoteche, nuovi tempi i apocrifi per la celebrazione di questi riti giovanili".
Francesco Alberoni
Enzo Muscinelli (contitolare di locali in Umbria): "L'avvento di nuove realtà come pub e discobar ha modificato sensibilmente le abitudini dei giovani, i quali passano prima dai pub e in discoteca arrivano tardi. Quindi bisogna offrire loro un prodotto particolare, concentrate in quelle due o tre ore in cui si fermano in discoteca. Le discoteche medio-piccole risentono in misura maggiore di questo fenomeno, pertanto o si dedicano ad una clientela di età un po' più matura oppure devono cambiare l'offerta. Per quanto riguarda la musica, bisogna distinguere: la discoteca grande propone musica in linea con un pubblico prevalentemente giovanile, mentre le discoteche medio-piccole possono proporre musica più rilassante. I mass-media e, a volte, anche le istituzioni, ci vogliono delegare compiti come quello dell'educazione, che non ci competono e pretendono da noi che partecipiamo alla sensibilizzazione dei giovani ai problemi dell'AIDS, del bere, della sicurezza stradale. Tutti compiti che non ci competono".
Claudio Ippoliti (Cyborg di Attigliano - TR): "La discoteca del Duemila sara sempre piu luogo di aggregazione giovanile, di socializzazione, ma dovra essere aiutata dai mass-media e dalle forze politiche, owero sempre meno demonizzata e sempre meno appesanti- ta dalle tasse. Sul futuro sono parecchio ottimista, perche i giovani d'oggi sono molto piu preparati, ragionano e sono volenterosi: quello che piu mi da forza e che una percentuale altissima di gio vani frequentatori sono puliti".
Maurizio Manica (Nuova Capannina di Riva del Garda - TN): "Spero che la discoteca del Duemila sia viva e soprattutto vivibile. Vorrei che fosse uno spazio aperto dove la gente si diverte, un ambiente semplice, senza aspetti particolarmente sofisticati. In questo momento trovo che ci siano punte di esasperazione, giocate anche sul sesso".
Rossella Giusti (imprenditore di Piombino - LI): "La discoteca deve rimanere un posto deputato al solo divertimento: e ora di smetterla di parlare di droghe, disagi, alienazioni. Come si evolverà la musica nei prossimi anni non ne ho proprio idea. Comunque, la polivalenza musicale viene già adottata con buon risultato, e il merito va agli artisti dal vivo, che riescono a comunicare. La musica revival, invece, piace sia ai ragazzini sia alle persone adulte che si ricordano i tempi passati, quando la musica era suono e non rumore".
Cesar Mosca (architetto di Milano): Discoteche tradizionali o discobar, pub, locali similari o comunque d'intrattenimento notturno? Saranno grandi, medi o piccoli? Quale musica offriranno? Difficile, quasi impossibile prevederlo. Ma a mio parere una cosa si può anticipare: saranno locali progettualmente fantasiosi e pieni di colore, perché il colore significa ottimismo, gioia di vivere".
Giovanni Murscietti (imprenditore di Orvieto - TR): "Nel Duemila ci sarà un ritorno alia musica commerciale. Le tecnologie tendono ad accelerare le mode, che poi spariscono alla svelta”.
Simone Chiodo (pierre): "Penso che le discoteche in futuro avranno grossi problemi per attirare gente, perché ci sono già troppi discobar. Bisognerà quindi creare tante piccole realta all'interno dei locali, in modo che si possano soddisfare più tipologie di pubblico. Bisognerà specializzarsi maggiormente, secondo questa linea. Vedo locali piu tranquilli, con il ritorno di tanta bella gente".
"La discoteca, per me, è la dimensione lirica e poetica dello stadio, in versione notturna e in senso di massificazione e passione. La discoteca è liberatoria, socializzante, un vero laboratorio di idee".
Vittorio Sgarbi
Libero Menicucci (Shalimar Club di Senigallia - AN): "La domanda vale qualche milione di dollari, perché é già molto difficile sapere come sono le discoteche oggi, dal momento che ci sono evoluzioni mensili o addirittura settimanali. La discoteca del Duemila, provo a ipotizzare, sarà un luogo di aggregazione giovanile e non molto piu polivalente della attuale, soprattutto andrà gestita con grandissima professionalità. Le condizioni in cui siamo costretti a lavorare oggi sono veramente molto dure e ci penalizzano parecchio".
Fabiola Seta (direttore artistico): "La disco del futuro la vedo sempre più come un contenitore polivalente, dove i giovani possano trovare vari stimoli creativi utili anche per la loro vita di tutti i giorni. Quindi, non solo musica altissima a volumi incalzanti, ma anche palestre di insegnamento per il quotidiano giovanile".
Beppe Sciulo (Jumbo di Roccaraso - AQ): "La discoteca del futuro sarà un locale polivalente alternato con musica dal vivo e spettacoli, dove i giovani cercheranno di socializzare di piu".
Giuseppe Anastasi (Zen di Porto San Giorgio - AP): "Per la situazione attuale nella quale si trovano le discoteche del nostro Paese, vanno criticati soprattutto i Comuni che rilasciano, con troppa facilità, numerose licenze per locali alternativi, penalizzando cosi la nostra attività, e tutto questo senza controllare lo standard qualitative dei futuri gestori. Percio vedo il Duemila come un abusivismo indiscriminate. La musica? Si tornerà agli anni Settanta e si tralasceranno i ritmi pompati. E ritorno al passato anche per i locali, multisale con differenti tipologie di musiche, da quelle moderne, techno e underground, al revival".
“La discoteca altro non e che una delle espressioni della nostra epoca dove anche il modo di ballare cambia con la stessa rapidita con la quale mutano il costume, la moda e I’arte. Oltretutto il ballo, da che mondo e mondo, rappresenta il modo piu istintivo per sfosarsi, esprimere sentimenti e stati d’animo".
Anthony Burgess
Ivano Tonini (musicista e organizzatore): "Mi sembra che la discoteca oggi sia un po' in calo. La nuova, quella del terzo millennio, la vedo come un insieme di diversi contenitori: dopo un primo giro quasi labirintale, il cliente si diverte fermandosi dove più gli aggrada. L'immagine sara un po' confusa, senza contorni netti, un po' come era negli anni Ottanta".
"Ingrottarsi in una discoteca non nasce da un bisogno di ribellione, ma piuttosto da un bisogno mistico, biologico di calore umano, di "camaraderie", di fratellanza, di solidarieta. Eccoci tutti in pista, spazio che diventa antro, grotta, rifugio, guscio, terra di nessuno".
Roberto D'Agostino
Andrea Durin (Agenzia L'Almanacco - MI): "Vedo la discoteca del Duemila ricca di proposte alternative, con molta gente che si diverte anche non necessariamente ballando. La discoteca, infatti, è luogo di aggregazione, di socializzazione, per cui deve poter offrire un prodotto alternative. Non solo musica, pertanto, ma anche giochi, spettacoli, situazioni curiose, con protagonisti particolari ma anche e soprattutto con il coinvolgimento del pubblico, elemento essenziale per il buon proseguimento nel prossimo millennio della discoteca”.
Alessandro Bettonagli (scenografo): "Ritengo che i grandi spazi di aggregazione abbiano ormai fatto il loro tempo. Penso che i locali de futuro saranno polifunzionali, ovvero una zona bar, una ristorante, una zona per il ballo, e un settore dove conversare e cosi via”.
"Alta tecnologia, alta sensitività. É una formula che utilizzo per descrivere il modo in cui abbiamo risposto alla tecnologia.
E cosa può essere più alta tecnologia e alta sensitività di una discoteca affollata, con luci abbaglianti sulla testa?".
John Naisbitt