C'era Bruno Dedoro della Coemar, gran leader delle luci made in Italy (in forma strepitosa), con Pat Henry - rivenditore per il mercato americano - e con Ivano Buratto e Fausto Orsatti. Tutti quanti dentro uno stand circolare chiuso, dove ogni mezz'ora gli effetti NAT oscillavano a tempo di musica, diffusa direttamente in cuffia, sulla mia testa e quella di molti americani stupiti: idea geniale per aumentare la concentrazione, apprezzare la versatilità di questi gioielli della luce e azzerare rumori esterni. Poi c'erano Pasquale Quadri, Pio Nahum e Angelo Cavenati della Clay Paky che, all'ingresso del loro stand, uno dei più grandi della fiera, avevano montato una slot machine nella pancia di un Superscan: bisognava far comparire tre marchi dell'azienda in parallelo per vincere un giubbotto, una borsa (ovviamente con marchio Clay Paky) oppure un viaggio in Italia, con visita all'azienda di Pedrengo. L'idea, per una fiera ambientata a Reno, citta dei casinò e del gioco, è stata molto apprezzata. Ma, ancora di più, è stato apprezzato lo straordinario show multivisione del SuperScan Zoom (lo stesso di Rimini), forse troppo tecnico per i discotecari del SIB ma che a Reno ha trovato molti estimatori, soprattutto light designer. Eh si, la Clay Paky è forte anche a Reno e a Las Vegas, le capitali del divertimento e della luce, dove i prodotti italiani trionfano.
A Lighting Dimensions International, fiera per discoteche equivalente americana del nostro SIB (poi vi spiego la differenza), quelli di Disco & Dancing hanno voluto spedirmi quale osservatore privilegiato. "Vai tu, Renato, che sei consigliere SILB, presidente delle discoteche del Veneto, vai, osserva e racconta LDI", mi hanno detto. Ed eccomi catapultato da Jesolo a Reno (Nevada, con tappa in California), frastornato e affascinato.
Eh si, com'e immensa e sorprendente l'America, soprattutto la costa californiana dell'America! Mi corre l'obbligo di raccontarvi innanzitutto dei "nostri" a LDI, delle aziende italiane che cercano di conquistare il difficile mercato americano, dominato da una professionalità e da una guerra all'ultimo cent inimmaginabile per noi. Dunque, a LDI edizione '95 ho trovato Primo Bertani e Mauro Zoppini della Fal insieme al loro distributore per gli Stati Uniti, entusiasti perché i centropista Fal hanno contrassegnato un'annata straordinaria per l'azienda di Castelgoffredo (ma vanno forte anche in Estremo Oriente); poi c'era Franco Bertini dello Studio Due (anche lui in stand attrezzato con cuffie per i light show), che proponeva la sua gamma di effetti luce e l'ultimo nato, Dominator HMD 6600, un cannone di luce per esterno con lampada Osram, ultima generazione dopo i Dominator 1500, 3000 e 6000. La notte squarciata da quel faro ha un effetto realmente magico, e tant'è che è piaciuto molto anche agli americani.
Franco Bertini, personaggio in gamba, mi raccontava che la sua produzione - fabbrica a Viterbo - funziona bene sui mercati asiatici: sta infatti per inaugurare, con il distributore di laggiù, una succursale a Hong Kong. Auguri!
Con tanto di stand, a Reno c'era pure OmniSistem, succursale americana dell'italianissima Programmi e Sistemi, animata da Gunde Oberhammer e Chris Giannoulas: un'austriaca e un greco che promozionavano Lonestar e Talisman, effetti luce prodotti a Misano, curioso vero? E c'era un grande stand della Space Cannon con l'efficientissima Luisa Valenti con Jack Kelly, big boss della Hanson che, da quest'anno, distribuisce sul mercato americano quei cannoni di luce inventati dagli americani per motivi bellici, ma rielaborati per usi spettacolari dalPingegner Bruno Baiardi nello stabi- limento di Fubine (Alessandria). Mi raccontava Luisa Valenti: "Finora i nostri fari venivano commercializzati direttamente da noi sul mercato americano ma, se manca un rivenditore locale in grado di garantire l'assistenza, gli americani sono scettici. Adesso abbiamo un partner, che abbiamo conosciuto a Rimini e con il quale, in questi mesi, abbiamo consolidato il rapporto".
Quei fasci che squarciano la notte di Manhattan dal terrazzo di Radio City Music Hall, prima installazione prestigiosa, hanno grandi potenzialità inquest'America che abbaglia di luci. Sempre a LDI ho conosciuto Peter Johansen della Martin (societa danese di effetti luce che, mi dicono, presto verrà quotata alia borsa di Copenaghen), Onofrio De Nitto che e il titolare della Led di Bari, Nicola Ticozzi responsabile dell'Apiad (marchio di garanzia dei prodotti italiani per discoteca all'estero), Guido Beladelli e Lorena Boccola della Lampo di Castelgoffredo, altra grande azienda di proiettori ed effetti luce assai forte sia in Italia sia all'estero, tutti occupati in intense trattative commerciali.
Eppoi chi ho conosciuto a Reno LDI? Pederzani e Luktsch della Griven, Paula Millstone che è il motore di questa fiera americana e parla un'italiano fluido. E ho incontrato con piacere anche Gabriella Zoni e Patrizia Cecchi dell'ente Fiera Rimini, impegnate, con uno stand, a far promozione al nostro SIB. C'era anche lo stand Mielle Disco & Dancing dove si distribuiva la Guida ai Fornitori, molto apprezzata.
Tutto bene a Reno. Ma devo confessare che come il nostro SIB non esiste nessun'altra fiera al mondo. Così come mi hanno invitato a fare gli amici di Disco & Dancing, eccovi le mie impressioni da imprenditore di discoteche a Jesolo e consigliere SILB. Questa LDI - esposizione americana itinerante che si era svolta lo scorso anno a Dallas, quest'anno a Reno e il prossimo a Miami - è fiera molto tecnica, specializzata, spalancata alio spettacolo professionale o show business, come si dice negli States, più che al mondo specifico delle discoteche. Una fiera indubbiamente molto professionale, destinata soprattutto a installatori, rivenditori e tecnici, una fiera dove ho visto cavi elettrici, altoparlanti e mixer di alta qualità (nessuna novità sconvolgente, in ogni caso), suddivisa in modo intelligente fra quiet e noise zone (un'area silenziosa e l'altra rumorosa), ma non certo il massimo per discotecari come invece il SIB. Infatti non c'era un'azienda che vendesse divani o poltrone, nessuno stand di architetti, progettisti o scenografi, nessuna agenzia
di spettacolo, insomma una fiera un po' austera, soprattutto priva di quella spettacolarizzazione che fa della fiera di Rimini qualcosa di realmente unico. Oltre a questa ci sono molte altre fiere di settore al mondo, però mi hanno confermato che il SIB è davvero un big event, come direbbero qui.
Visto e considerato che gli amici di Disco & Dancing mi hanno spedito negli States per raccontare LDI, ne ho approfittato per andare a ficcare il naso anche in alcune discoteche, soprattutto a San Francisco e a Los Angeles. E lì mi sono reso conto della differenza, o meglio del fatto che i nostri locali sono curati, attrezzati, dotati di scenografie e tecnologie e che, giustamente, non temono confronti con quelli americani e, forse, con nessun altro al mondo. Nelle discoteche americane contano due cose: la musica pompata a tutto volume e bere, bere tanto.
Già che c'ero, ho fatto una puntata anche a Las Vegas, magica capitale del gioco e del divertimento: chi fa il nostro mestiere non può ignorare la magia delle notti di Las Vegas. Ma questo ve lo racconterò una prossima volta, molto presto.