Anna Fabbri

Anna Fabbri, una donna, che sa bere bene e ben consigliare le altre donne.

Signora Fabbri, come si è trovata, lei donna. in un ambiente prevalentemente maschile?

"Benissimo, per la qualità degli apporti umani e professionali che ricevo e che spero di ricambiare. Una volta, in quanto donna, potevo essere una mosca bianca, ora non più, per fortuna". Anna Fabbri, bruna, elegante, affabile e spigliata, è una delle pochissime donne che operano nel settore liquori. C'è entrata nel 1985, stabilendo un rapporto con la Ramazzotti che dura tuttora. Alle spalle aveva quindici anni di comunicazione nel settore assicurativo. Un interlocutore estremamente qualificato, dunque, per parlare dell'argomento bere coniugato anche al femminile. "Sono entrata nel settore del bere - ricorda la signora Fabbri - un po' per caso e un po' per conoscenze, come sempre capita. Certi clienti non si scelgono, ti si presentano e può nascere un rapporto che si fa durevole soltanto se c'è sintonia. Io avevo affinità con il tema, mi piace il "buon bere", che è un fatto sociale e culturale".

Quali sono i marchi e le aziende di cui si occupa e con che genere di iniziative?

"Rapidissimamente, Ramazzotti significa l'Amaro, la grappa, il brandy e i grandi whisky d'importazione, dagli scozzesi agli irlandesi. Questi ultimi hanno portato come cliente il Bureau, che mi ha incaricato di dar vita all'Irish Whiskey Information Bureau Italia. Ramazzotti, cioè la Pernod Ricard, significa anche cognac, bourbon, la birra e i soft drink, Orangina e Isostad. Ma mi occupo anche di editoria per giovanissimi, seguo i fasti di Tex Willer e Dylan Dog; talora di moda (Hunting World) e, perché no, di salute quando ci sono da lanciare iniziative meritevoli. Curo anche i rapporti con associazioni collegate ai mondi con cui sono in contatto, tipo l'A.I.B.E.S., l'associazione dei barman".

Cos'è cambiato, in questi anni, nelle abitudini e nelle consumazioni della gente?

"Tantissimo nei giovani e soprattutto nelle donne. Il gusto femminile incontrava un tempo soltanto prodotti di base dolci, al massimo vermouth e marsala; il whisky era un liquore per maschiacci...".

Cosa bevono le donne?

"Oggi bevono con attenzione, o con intenzione, sanno cioè scegliere i vini migliori, accettano prodotti come gli spumanti o Carlton, il brut alla pesca, piacevole in quanto "con bollicine", con in più il vantaggio di essere bevanda da padrona di casa, da offrire in qualsiasi momento. Quanto al whisky, non ci si vergogna più, nessuno più ti dice "guarda che è forte". Un whiskey irlandese, ad esempio, sorseggiato con acqua fredda diventa un piacevole momento a qualsiasi latitudine, senza distinzione di sesso".

Cosa consiglia di bere alle donne?

"Qualsiasi cosa loro piaccia, scegliendo senza ritrosie. Una parola la spendo per i whiskey irlandesi: direi che le donne possono affezionarsi a questa scelta come può succedere con un profumo che diventa il loro".

È vero che ha un suo motto? Ce lo vuole rivelare?

"Ho fatto mio un gustoso modo di dire francese; "Sachez, appreciez et consommez avec moderation". È una sintesi felicissima di come ci si deve avvicinare all'alcol".

Quali sono le iniziative di cui si occuperà nel 1992?

"Molto di Ramazzotti e di Irish Whiskey, molto anche della "Dylan Dog Horror Fest 3" per Sergio Bonelli che vivrà su una mostra bellissima, sui film, su molte iniziative collaterali; tutte piacevoli".