"Vendere divertimento aumenta la responsabilità morale".
Con queste parole, Fra' Michele Casali, un corpulento e bonario do menicano bolognese, con un passato di impresario teatrale, ha fissato un altro punto di contatto tra discoteca e Chiesa.
Tra sacro e profano, tra bene e male, la Chiesa si interessa alla discoteca, istituzione in grado di riunire migliaia di giovani attorno ad una pista da ballo. Un luogo, la discoteca, conosciuto da questo acuto esponente del clero che usa toni pacati, velati d'ironia.
Incontri e scontri tra Chiesa e discoteca ne sono già avvenuti. A partire dall'anatema lanciato da monsignor Ersilio Tonini, arcivescovo di Ravenna, il quale parlando delle stragi del sabato sera tuonò contro gli imprenditori accusandoli di "vendere la vita dei giovani per trenta denari". La dichiarazione, forse male interpretata, venne poi "smussata" dallo stesso Tonini. In ogni caso bisogna ricordare che, qualche natale fa, l'Altro Mondo Studios di Rimini fece celebrare addirittura una messa sulla pista del locale, prima di dare inizio alle danze. Ed esiste nei nostri archivi una foto di Sergio Valentini che, chiamato a gestire il Ritz Pipò di Vieste, il giorno dell'inaugurazione invitò nientemeno che il Ve scovo. Il quale, con tanto di turibolo, attraversò la discoteca benedicendola in ogni angolo.
"Per troppo tempo si è creduto che la discoteca fosse un luogo di trasgressione afferma Padre Casali credo invece che in questi locali ci sia più Dio che Satana e poi, prima di condannare bisogna giudicare".
Fra' Michele, quale aspetto e componente sociologica che riguardano la discoteca interessano un uomo di fede?
"La discoteca, attualmente, è uno dei fenomeni giovanili più interessanti e dibattuti. Una presa di coscienza in tal senso è più che mai giustificata se si vuol capire quali sono le esigenze dei giovani. Il comportamento dei ragazzi all'interno di queste strutture è spesso la cartina di tornasole dei loro comportamenti quotidiani. In questo caso, sono più amplificati. La discoteca come istituzione è molto facile da recepire e da proporsi, le mode e le tendenze offerte sono assorbite dai giovani con velocità sorprendente. In ambienti simili, che permettono una maggior individualità, il singolo non ha problemi ad emergere. Questo atteggiamento, ormai insito nei giovani, trova nella discoteca la sua più facile manifestazione".
Il discorso non fa una grinza, ma da sempre la discoteca è stata considerata come sottoprodotto della cultura, quindi queste attenzioni di tipo sociologico non sono forse eccessive?
"Non credo assolutamente. La discoteca già da ora sta subendo delle trasformazioni radicali che si concretizzeranno sempre più in un prossimo futuro. Certo, il divertimento male inteso è un settore del Diavolo: personalmente credo in ambienti multimediali giudicabili al positivo. Nella discoteca del futuro si ascolterà... il silenzio; addirittura ci saranno degli ambienti dedicati all'assenza dei suoni, delle "silenzioteche" dove ci si rifugia stanchi del frastuono, solo per stare zitti".
Intende dire che alle discoteche del futuro si attribuirà anche una funzione didattica?
"Mi auguro di si. In proposito dovrei rivolgere un monito ai gestori. Nella nostra società ci sono fenomeni che incidono, e altri che non hanno alcuna influenza. I gestori vendono evasione, un prodotto rivolto a giovani e giovanissimi con un'incidenza fortissima sulla loro formazione. Quindi dico ai gestori di stare attenti a quello che propongono, perché vendere evasione aumenta la responsabilità morale". Pensa che gli imprenditori della notte, sempre più orientati a un di scorso di cultura d'impresa, siano pronti a un'analisi morale che mette in discussione le loro proposte? "Dovranno esserlo, se vogliono crescere realmente. Attualmente non sono ancora preparati, hanno solo sfiorato i problemi della questione morale. Se consideriamo prosegue Fra' Michele che nell'ultimo decennio l'incremento delle nascite è stato a livello zero, in un futuro a noi prossimo non avremo grandi ricambi generazionali. Porsi quindi delle domande sulle responsabilità morali sarà indispensabile".
Se realmente questi sforzi verranno portati a termine, tra qualche anno la Chiesa benedirà le discoteche, come ora benedice gli oratori: in tal caso, la discoteca perderebbe finalmente quell'alone di trasgressione che le viene imposto.
A questa riflessione. Fra' Casali ribatte scherzosamente: "La discoteca non sarà mai un luogo santo; certo, potrebbe ricevere per esempio la cresima, ma solo se diventerà un luogo dove si relaziona con gli altri secondo sani principi".
E la trasgressione? Roba d'altri tempi, nemmeno alla Chiesa interessa più.