Iniziò tutto per gioco. Nessuno allora sapeva che il muretto di Alassio sarebbe diventato una leggenda o comunque un appuntamento mondano da non perdere. Tutto risale a quarantacinque anni fa, quando il dottor Felice Vaccari, proprietario dell'Eleganza di Alassio, ebbe l'idea di ricalcare tutte le firme di personaggi famosi, che aveva raccolto in un album, sulle piastrelle in ceramica che fissò poi sul muretto di sostegno del Belvedere, proprio di fronte all'entrata del Caffè Roma. Col volgere di poche stagioni, il pubblico, la stampa e la radio fecero del Muretto un simbolo della mondanità e del costume. E proprio durante le calde estati di Alassio il Muretto divenne il punto di ritrovo più alla moda per i giovani rampolli che puntualmente trascorrevano le vacanze sulla riviera ligure di ponente
Il Muretto pullulava di gente simpatica con tanta voglia di divertirsi, ma una sera di un'estate agli inizi degli anni
'50 , in nome della quiete e dell'ordine, i vigili urbani di Alassio si presentarono davanti al Muretto decisi a multare tutti coloro che vi stavano seduti sopra. In breve, i "guastafeste" si ritrovarono circondati da un centinaio di ragazzi di buona famiglia che, divertiti ed eccitati da ciò che stava succedendo, avrebbero fatto di tutto per far valere le loro ragioni. Fu così che un insolito corteo formato da baldi giovani e abbronzate giovanette, guidato dal mitico presentatore Lucio Flauto, si presentò davanti al Palazzo del Comune con tanto di cartelli e striscioni di protesta. Il Sindaco di Alassio comprese la paradossalità di tutta la faccenda e fece condonare le multe. E cosi quei giorni intorno a Ferragosto diventarono una ricorrenza da celebrare ogni anno. Nacque dunque la "Gran Cagnara", destinata a segnare la storia di Alassio.
All'inizio la festa si limito a qualche sfilata con maschere e travestimenti grotteschi, poi con il volgere degli anni divenne un appuntamento che attirava migliaia di persone. Ciò che rendeva ancora più divertente la festa era il campanilismo che si era creato tra i villeggianti torinesi e milanesi: sempre in concorrenza tra di loro, arrivavano a cronometrare la durata degli applausi delle esibizioni estemporanee sul Muretto dei rappresentanti delle due citta e a lanciare volantini dal Roof Garden per inneggiare all'uno o all'altro partecipante. In quei "caldi" giorni di festa era come se il tempo si fosse fermato: tutto prendeva quel gusto "patinato" che tanto ricordava le copertine dei giornali di moda dell'epoca. "Era la festa di tutto il centro cittadino", ricorda Mario Berrino, uno dei principali organizzatori della manifestazione. "Per l'occasione, ogni anno si consegnavano simbolicamente le chiavi della città a uno degli ospiti più celebri, e per tutta la notte il traffico era regolato dalle più belle ragazze della stagione estiva, tutte quante in un'impeccabile divisa". Nel 1953, con la "Gran Cagnara" fu eletta pure una Miss, una bella ragazza ma che simboleggiava anche "la ragazza delle vacanze", la studentessa che si poteva trovare in spiaggia sotto l'ombrellone.
A quell'epoca il Muretto era il trampolino di lancio di nomi sconosciuti, diventati poi famosi, come Adriano Celentano, Enzo Jannacci, Loredana Bertè e tanti altri. E fu cosi che, quasi per incanto, a cantare la canzone "sul Muretto", presto diventata un inno alla città, si ritrovavano noti personaggi del cinema, mostri sacri della rivista e nuovi divi della televisione. La leggenda del Muretto di Alassio duro per 38 anni e ogni edizione e ricordata in modo indelebile nella ceramica del Muretto. E ancor oggi, adistanza di mezzo secolo dalla prima edizione, la gente si ferma a leggere le firme di personaggi famosi, alcuni gia scomparsi, altri ancora vivi, altri ancora sepolti nell'oblio del tempo.