Ricordate Sergio Leone e il suo primo film "Per un pugno di dollari?". Per quel primo capolavoro, destinato a inaugurare il filone spaghetti-western, il grande regista fu costretto a scegliersi uno pseudonimo americano: in un Paese come il nostro così sensibile all'esterofilia quale credito avrebbe avuto un italiano che firmava una storia di saloon e pistoleri?
"È esattamente quello che successe a noi all'epoca del boom della discoteca, con installatori che si nascondevano dietro il prodotto di importazione e quando si credeva che soltanto un impianto di amplificazione made in Usa garantisse un suono di qualità". Dietro gli occhiali Giorgio Biffi nasconde una robusta dose di ironia, soprattutto ricordando quei tempi, quando lui e Guido Noselli, entrambi con esperienze maturata nell'audio ad alta fedeltà, avevano da poco indirizzato l'Outline verso l'audio professionale.
Oltre al marchio Klipsch, Biffi e Noselli sino a quel momento avevano costruito e commercializzato elettroniche per l'audio amatoriale con il marchio Outline, che tutti sapevano italianissimo. Serviva dunque un'idea, qualcosa che vincesse le perplessità del mercato per i prodotti nostrani.
Ricorda Biffi: "La nostra azienda aveva sede a Brescia, che è nota come la "leonessa" d'Italia: così ci inventammo il marchio Lion's, che era in parte italiano ma sembrava americano. Fu un successo". Ironia del destino, I'azienda di Biffi e Noselli si è consolidata fra i più autorevoli costruttori italiani di componenti audio e si appresta a conquistare il mercato americano. Lo fa con il marchio tutto italiano di Outline, oltre al prodotto, senza timori ne necessità di escamotage linguistici. Commenta Noselli: "Non esiste, negli Usa, la stessa preclusione, diffidenza o sufficienza nei confronti dell'audio professionale che c'è in Italia verso il prodotto italiano". La riprova? All'ultima edizione di LDI; a Orlando, dove l'Outline era presente con un proprio stand e presentava ufficialmente la propria consociata americana - già operativa da alcuni mesi e con sede a Orlando - fra le tante ditte americane proprio I'azienda di Flero (Brescia, leonessa d'Italia) è stata scelta dal Comitato Tecnico della fiera per sonorizzare con mixer, equalizzatori, amplificatori e casse made in Italy la hall e la sala conferenze. Una bella soddisfazione, vero? Tornando allo sbarco negli Usa va detto che ha il sapore di una sfida, quella di Biffi e Noselli, di collocarsi nella fascia alta di un mercato, quello americano, tecnologicamente scarso negli effetti luce ma fortissimo sul fronte dell'audio professionale. Ma a Biffi e Noselli piacciono le sfide.
"Sulla qualità dei prodotti non temiamo confronti, quello che serve per imporsi su un mercato così difficile sono serietà e professionalità", sottolinea Luciano Salvati, responsabile della sede americana.
Ma cosa ha spinto, al di là del mero fatturato Biffi e Noselli, soci-titolari di un'azienda che ha celebrato in questo periodo i suoi primi vent'anni all'insegna dello slogan "Vent'anni suonati alla grande" a tentare l'avventura americana? Dice Noselli con rammarico: "Maggiori soddisfazioni: in Italia la questione audio viene da sempre sottovalutata. Prendiamo le discoteche, dove il suono rappresenta una delle componenti essenziali del successo. Sarebbe sufficiente pensarci per tempo, adottare alcuni accorgimenti in fase progettuale per ottimizzare costi e risultati. Invece, salvo alcuni locali di tendenza al suono si provvede all'ultimo minuto, si lascia tutto al caso cercando sempre di risicare sui costi. Insomma, se in Italia l'occhio vuole la sua parte, l'orecchio viene lasciato sempre in secondo piano”. Eppure in questi anni, grazie ad hi-fi domestici, hi-fi car, dolby stereo e concerti, l'orecchio si è affinato e chi gestisce una discoteca o un qualsiasi luogo in cui si fa musica, dovrebbe averlo capito.
Concorda Biffi: ”il problema non riguarda solo le discoteche, ma anche teatri, chiese, centri congressuali, in cui l'acustica viene penalizzata".
In ogni caso, al suono di qualità anche noi, in Italia, prima o poi dovremo arrivarci. E bisogna riconoscere che l'Outline (che sta a significare fuori linea, diverso, dimensione esterna, in qualche modo contro le consuetudini) è già pronta per tecnologia e struttura commerciale alle sfide prossime venture. Spina dorsale dell'azienda di Flero, quella che in un certo senso ha contribuito a suggellare i famosi "Vent'anni suonati alla grande”, è la rete di installatori e rivenditori; quelli che ogni anno, alla vigilia del SIB di Rimini, vengono sottoposti a un briefing tecnico-commerciale e premiati per i successi ottenuti nel corso dell'anno.
"Con i nostri rivenditori il rapporto è spesso di antica data”, osserva Biffi "e cerchiamo, costantemente, di offrire loro, e di conseguenza all'utente finale, un accurato servizio di assistenza ed efficienza”.
Determinante, in questo ruolo, l'apporto di Marcello Croce, che ha validamente affiancato Biffi e Noselli, legati da un sodalizio ventennale. Spiegano i due: "Perché funziona il nostro rapporto? Perché è caratterizzato dalla stima reciproca, dalla correttezza, dalla tolleranza e da una forte passione comune per il nostro lavoro”.
Se l'antico gap tecnologico tra fabbricanti di audio italiani e stranieri è stato in qualche modo superato, se il suono professionale made in Italy conquista ora gli Usa, il merito e anche loro. Di questi due Lion's made in Brescia.