La Gare
"Una discoteca situata sotto la stazione Centrale di Milano: ma il richiamo alla ferrovia non va oltre il nome. Siamo nel sottosuolo, il che lascia presagire un locale di tipo underground. L’interno è scuro, con un soffitto in lamiera traforata e un pavimento blu notte che annullano totalmente la fisicità dello spazio. L’oscurità cede il passo a subitanei bagliori di fiamma: le quinte colorate, vere e proprie saette di luce gialle, rosse e blu dalle forme asimmetriche e spigolose, che dialogano in contrappunto con il rosa e il blu dei pavimenti in legno. Nessun ordine, nessuna prospettiva unitaria, nessuna geometria euclidea: sembra quasi di essere in un mondo frattale tanto è vivace il gioco di piani che si intersecano. Lo spazio si scompone e ricompone in un incastro di losanghe bizzarre, quasi fosse un gigantesco puzzle impazzito i cui elementi rivendicano una propria autonomia vitale. Sono gli occhi del visitatore a costruire le visioni. La scelta delle tinte primarie per la luce riflessa (giallo, rosso e blu) esalta l'aspetto energetico del locale: tutto contribuisce a eccitare i sensi, regalando un’esperienza fisica, oltre che visuale. La stessa spigolosità delle strutture disegna configurazioni sempre nuove (dai bar alle arcate alle pareti divisorie) e improbabili, ai limiti della realtà geometrica. Una forza primordiale sembra pervadere tutto l'ambiente, gettando all’aria cose e persone. Una forza che non risparmia i particolari: le mensole, i tavolini, i divani e addirittura i bagni, dove si gioca sulla contrapposizione tra il bianco dei sanitari e i colori primari delle strutture."